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giovedì 17 giugno 2010

III PARTE : URLA DELL'ESSERE

SI CONTINUA :

(PREFERISCO POSTARE CON CALMA, in modo che gustiate meglio le lodi di Alessandro, che vanno lette e rilette)


La III parte di altrettante 12 poesie chiude il volume di Alessandro Montalto

Un canto alla pipa

  Nella tua fornace, dormicchia un’asola
per origliare le malignità degli inferi ( ).
  Dal tizzone che lenisci,
trasudano fosche caligini,
dove ogni tuo complice
dissotterra quelle fogge
congiunte al suo inconfessato intelletto (2).
  All’acquavite del calice
di un imperatore esule,
ammogli, decorosamente,
le tue vaporose caravelle,
in uno sviolinato notturno
di un’invernata insonne (3).
  Quella tua vera,
fra il verbo tartagliante e l’oltretomba,
è l’anello coniugale,
fra la tua afrodisiaca voluttà
e il mio tedio,
all’epilogo delle ore di Dio
affidato al canapé di vimini (4).



opera "Un canto alla pipia" china, 30x40 di Ionella Ferro eseguito appositamente per la poesia



Fuga dal nulla


  Che voltastomaco, qua intorno,
quante fedi infrante,
quante ciarle da impostori farisei ( ).

Issate il drappo funereo,
essenze e corpi vivacchiano,
rantolano nell’oscurità,
senza palpito e sorte benevola (2).

Disertando dal baratro spasmodico,
chimerici miraggi,
come guerrieri congiunti al mio fianco,
cederanno amplesso al mio senno (3).

Laddove qualcuno dei tanti santuari dell’impostura
proclami ancora fasulli decaloghi,
la mia verde iride adocchierà un querceto fatato (4).

Se cortigiane incorreggibili
indosserano livree da candide vergini,
il mio timpano coglierà soavità canore fatate (5).

Allorché l’ignoranza appesterà brezze, ruscelli e falò,
il mio fiuto inseguirà fragranze asiatiche (6).

Se indugeranno noncuranti e dal sapore maligno
qualora un bocciolo di glicine sarà offeso,
il mio palato gusterà vini e spezie di un oasi ignota (7).

E se l’ira sciagurata di perfidi eunuchi
infiammerà persino le profonde rocce,
la tinta della mia corteccia neppure s’attenuerà (8).

Ho benallevato i sensi,
quali redini per i purosangue sul mio tragitto,
oggi scamperò al sorgente immane nulla,
e domani (9)?



opera "studio" di Carmelo Cozzo di Adrano


Il lucidatore di scarpe

Come Cristo, gobbo, brandisci alla tua pietà,
coi palmi imbruniti, gli artigli di fallaci borghesi
o mocassini scostumati e allibiti dal tempo
di un becero plebeo, stregato da una gentilizia dama
al cui amabile pungiglione, da sterile, invoca un bacio ( ).

Tenui minutaglie e cere, patine e lacche da vernissage,
nel nefasto fagotto accantoni per il dì nascituro
che accudirà gli spiccioli piovigginosi da saccocce e scarselle,
nel basco di pelle addolorata e in fiera mercanteggiato
con una teca di tintura colore caffé (2).

A te è consacrato il testamento di regnante del sagrato,
il cui diadema lambisci, sugli stivali della porpora
di crema tinteggiati (3).




opera 30x40, china eseguito da Ionella Ferro appositamente disegnata per la poesia



Il richiamo del destriero


  Forse, chissà, le stelle distesero quella mattina
il mio sgombro guscio nella primaverile fragrante radura,
quale avvisaglia alla risurrezione di un eco ( ).
  Una fiumana di purosangue, brenne e stalloni,
guadando la pantanosa steppa in bassorilievo,
osò ledermi lo sguardo con ciprie di creta,
esiliate dalla tenuta genitrice con le gioviali zampate (2).
  Ammonita fu la mia assorta e sonnacchiosa pupilla
e albergata nell’estasi di un puledro cintato dall’armento,
come me acerbo, fasciato dalle braccia di padre e madre
nell’imputridito corteo di pose e maschere carnascialesche (3).



opera "Cavalli" 50x70 grafica di Maria Concetta Lazzaro


Montmartre


 Bramerei una scarpinata
per le malagevoli scorciatoie e gli ardui viottoli
della Montmartre d’Ottocento,
suburbio avvinazzato di pastelli, oli e acquarelli,
sobborgo di bistrot, buvette e gargotte, da raccapriccio ( ).
  Arrafferei i pennelli, o gli astucci o i tubetti,
a uno scapigliato paesaggista carnevalesco
e mi affaccenderei sino alla fiaschetteria più prossima
e, fra le cassapanche e gli scanni di questa,
lo infarcirei di consommé, rollé e crêpes (2).
  A un ritrattista, affiderei il mio effigiato,
per ammansire, sulla sua barattata tela,
le caricature di quel Dorian e di quell’Hyde,
che sonnecchiano, nei dedali del mio avvenuto (3).





opera 30x40 china eseguito da Ionella Ferro appositamente per la poesia


Senilità


Patriarca di reminiscenze d’ogni sorta,
regni adagiato sul seggio dell’ozio ( ).

Aspirando nebbie di tabacco colore deserto,
chinato oramai sulla pochezza dell’esistenza (2),
con indugio la coscienza strugge,
la rovina degli estremi rintocchi ancora impettiti (3).

Anonimo singhiozza il miraggio nella notte
e supplichevole accenna un sorriso il garbo di giorno (4).

Insonne la memoria al signoreggiare della luna sazia,
pressoché incorporeo il risveglio al chiarore del dì novello (5).

 

studio di Carmelo Cozzo di Adrano


alla prossimaaa!!!

11 commenti:

  1. Complimenti vivissimi ad Alessandro Montalto!
    Ma quanta dotta saggezza sgorga da questo giovane autore! Leggendo le poesie ho avuto la stessa sensazione che ebbi leggendo "Va' dove ti porta il cuore" di Susanna Tamaro. Sembrano i versi di chi porta sulle spalle il mondo, da troppi anni, da troppe esperienze, da troppi affanni e gioie... i versi di una lunga vita vissuta appieno nei suoi pro e nei suoi contro con coscienza e grande sensibilità.
    Bravissimo Alessandro!

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  2. Un ragazzo pieno di vita...una rarità ai confini della realtà. Le urla dell'essere sono molto accattivanti.ciao Ale ti faccio molti complimenti.
    Matteo L.

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  3. Sai Manu che anche io ho pensato la stessa cosa. Non riguardo alla Tamaro ed al suo "va dove ti porta il cuore" ma al fatto che un giovane uomo possa già scrivere di una vita così "pesantemente" vissuta, come se nei suoi limitati anni avesse già vissuto le esperienze di una vita intera.
    Probabilmente è la Sua curiosità, la continua ricerca e l'instancabile sua energia che lo protano ad ampliare vari orizzonti.
    ciaoo Mani e grazie per aver contribuito.
    Riceverai il libro di poesie...penso di avere già il tuo indirizzo.
    ciaooo

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  4. Grazie Matteo..bello leggere un giovane ad un giovane..ciaoo caro

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  5. queste mi sembrano molto profonde!!!!! mi piace rileggerle più volte!!!

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  6. Queste poesie sono da leggere, da rileggere, da capire, da interiorizzare. Ma quando sono entrate in noi, improvvisamente "vedi" ciò che il poeta descrive e lo fai tuo. Mi è piaciuta molto "Montmartre" perché ho "rivisto" gli ambienti che ho visitato tanti anni fa.
    Bravo Alessandro!

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  7. Concordo con te Adelaide...Non si può leggerle solo una volta...Alessandro non è "così semplice"
    Ti verrà recapitato il libro con dedica più avanti...ciaooooo bacio

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  8. è necessario interorizzare le poesie,dopo una rilettura o più,ma Senilità mi è subito piaciuta, ben delineata l'immagine di questo vecchio stanco e malinconico. ciao Alessandro,ciao Carla

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  9. Solitamente non amo le poesie: piene di lirico "amore" stucchevole, mi danno impressione di lontananza dal mondo.
    Solitamente.
    Non queste che ho letto di Alessandro.
    Non sono orecchiabili, non hanno un "refren da canzone per l'estate": vanno direttamente all'anima di chi legge, partendo da quella del suo autore.
    Tra le altre, quella che ho preferito è Fuga dal nulla.
    Complimenti all'autore!

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  10. Giro il messaggio ad Alessandro...Susanna...ci sentiamo.
    Trovo il tuo indirizzo sul blog?

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  11. Alessandro Montalto01/07/10, 22:37

    Un saluto a Emanuela Terragnoli: sono lusingato delle sue parole e mi auguro Le piacerà il mio volumetto, nella sua integrità, non appena lo riceverà. A presto. Ciao Matteo L., mi fa piacere che le liriche inserite nella sezione “Urla dall’essere” siano più che piaciute rispetto a quelle delle altre due sezioni, “Sussurri dalla Natura” e “Versi d’Amore”. Devo dire che, le “Urla dall’Essere”, rappresentano, per me, la massima soddisfazione poetica finora raggiunta. Salve ad Adelaide che ha conosciuto e apprezzato, come me, “Montmartre”, sia geograficamente sia poeticamente: bel Paradiso (vero?). Ciao Gabe: “Senilità” è dedicata a mio nonno, a quel, come scrivi tu (e… giustamente) “vecchio stanco e malinconico”, che mi ha, da sempre, incitato alla lettura. Era mio nonno materno, il padre di mio Zio Carmelo Cozzo, pittore e scultore già ospitato nel blog di Carla. Una sua tipica frase era: “l’uomo, più sa e, più vale: sono gli uomini preparati – mi diceva – che porteranno avanti la società”. Un saluto, infine, a Susanna Bonaventura. Mi piace il suo tracciare un profilo, “nudo e crudo come Bukovski poeta”, sulla poesia in genere, quella poesia commercialmente “stucchevole” che, neppure io, apprezzo. E grazie per avermi, invece, apprezzato. Mi auguro le piaccia il resto. A presto. Alessandro Montalto

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