Un mese di maggio "particolare" questo che Vi propongo, perchè farò omaggio ad una splendida e gentile amica di blog, Paola Perez de Vera, ma soprattutto cercherò di creare un'atmosfera particolare di emozioni facendoVi prima conoscere il papà di Paola, a Lei mancato troppo presto ed al quale rivolge sempre il Suo sguardo lassù al cielo e laggiù al mare della sua bella isola.
Ed è la stessa Paola a scrivere di Lui e dalle Sue parole si evince il tanto amore e la stima che Ella ha nutrito e nutre per Suo padre.
Ed è la stessa Paola a scrivere di Lui e dalle Sue parole si evince il tanto amore e la stima che Ella ha nutrito e nutre per Suo padre.
Conserva gelosamente i Suoi scritti ed i Suoi dipinti e soprattutto quella necessità interiore e materiale di custodire e tramandare ai figli nel tempo nella Sua bella Isola d'Elba, tutto ciò che anche Suo padre ha tanto amato, ma che non ha potuto purtroppo godere appieno.
PERCHE' proprio IL MESE DI MAGGIO? :
- perchè SANTINO è nato ed è mancato proprio il mese di maggioQuale mese migliore quindi di rendereomaggio alla Sua persona, alla Sua dolcezza (che percepisco nei testi), alla Sua onestà, alla Sua laboriosità ed a tante altre buone qualità umane....
CANTO A DUE ( parte prima)
PAOLA PEREZ DE VERA SCRIVE DI SUO PADRE : SANTINO PEREZ DE VERA
Mio padre, Santino Perez de Vera, nacque a Città della Pieve (Perugia) , il 6 maggio 1922, ma sin dall'età di due anni è vissuto all'isola d'Elba.
Per lui, la sua terra, era la nostra Isola, con il suo mare che tanto amava.
Mio padre frequentò le scuole secondarie che, all' epoca, gli permisero di diplomarsi.
Lavorò presso un avvocato e poi, fu assunto come impiegato/contabile all'Ufficio del Registro ( Imposte Indirette ) dove in seguito ottenne la promozione ad Archivista Capo.
L'impiego statale, non gli consentiva di avere molto tempo libero ma, talmente grande era il suo amore verso il mondo letterario che, appena possibile leggeva e, assetato di conoscenza , oltre ai romanzi di ogni genere, si documentava e studiava su saggi di storia, arte, scienza, geografia; alla fine poteva tranquillamente definirsi un autodidatta.
Iniziò a scrivere poesie e piccoli racconti.
Fu nel 1954 che partecipò a dei concorsi letterari.
In quello stesso anno riportò la Segnalazione d'onore al Concorso Nazionale Gastaldi per la poesia e in seguito la segnalazione al Concorso Nazionale "Il Premio Torino 1955" per la Novella.
Sono stati pubblicati tre libricini di poesie : "Dedica" nel '54- "Ricami" e "Poesie" nel '56-
Sempre nel '56 fu pubblicata anche una piccola commedia "Peppetonto e le streghe".
Nel 1958, in occasione del saggio finale degli allievi dell'Accademia Milanese di dizione, furono declamate alcune sue poesie, prescelte dalla Commissione permanente della stessa Accademia su segnalazione del Centro di Lettura del Ministero della Pubblica Istruzione: dato il successo conseguito, due furono incise su un disco.
Di lui scrivevano:
** "La sua lirica rivela uno spirito irrequieto e un animo estremamente sensibile.
L'irrequietezza esplode sovente in grida dissonanti o in soliloqui stizzosi, ma si risolve poi in timidi pensieri di grazia, in espressioni d'affetto e di soave sentire.
Questo eccesso di sensibilità nervosa e a volte dissonante è appunto il carattere della poesia di Perez de Vera. Lo stile è stringato, quasi arido tutte le volte che una cruda realtà fa colpo sul sentimento. Qualunque avvenimento è valido per sollevare le scintille dello spirito.
Spesso fioriscono versi e strofe di antica fattura, facili, piene di sincera spontaneità: sembrano isole di calma in un mare attraversato da turbe di pensieri cupi e contrastanti.
La piccola febbre del dire muove in questo autore forme di pensiero che prestano attenzione alla lettura. E' dunque il pensiero il suo scopo o la poesia?
Sono l'uno e l'altra che, pure nel contrasto, si affermano........" ( Bartolomeo Sestini)
** "....preferisco la posizione poetica di Santino a quella di altri poeti che, per non apparire sentimentali finiscono con l'essere intellettualistici, freddi, e quindi non poeti..... " ( Raffaello Brignetti )
Verso i cinquant'anni accarezzò il sogno di pubblicare un romanzo.... ma il sogno non si realizzò: doveva dividere il suo tempo tra il lavoro, la famiglia , la casa in campagna dove si stava costruendo un giardinetto, il suo angolo di Paradiso....
Ed era proprio in quell'angolo che avrebbe voluto ritirarsi, da pensionato, insieme a mia madre, per dedicarsi alle sue passioni...
Il 20 maggio del 1978, sarebbe andato in pensione: quello stesso giorno, in seguito ad un ictus , il mio caro babbo ci lasciava.
Ma mio padre è ancora qui, vicino a me, nel mio cuore...
Vedere immagini come questa, di lui che mi tiene tra le sue braccia , mi colma di un infinito affetto e di tanta tenerezza
Spesso torno a leggere le sue poesie, ascolto quel disco o guardo le piccole cose che amava fare.
Era una persona onesta, stimata sia nel campo del suo lavoro che altrove e, di questo , tutt'ora sono fiera ed orgogliosa.
Nei momenti liberi gli piaceva dipingere a olio sui sassi :
le sue marine
panorami, più o meno reali e piccole scene di vita
le sue miniature
le pietre da lui levigate o intarsiate
e i due piccoli quadri dalla cornice
che lui stesso aveva intagliato
Era un temperamento romantico, sognatore, sensibile e delicato.
Ma aveva anche un'energia e una vitalità inusuale.
Amava il mare, il cielo, la natura in ogni sua forma, gli animali ed era dotato di un grande senso della giustizia e di tanta umanità.
Tutto questo si riscontra nelle sue poesie:
ne propongo alcune.
ne propongo alcune.
dalla raccolta "DEDICA" del 1954
ADDIO PITTI
Addio,
passerottino casalingo
che implume raccogliemmo
ai piedi di un ciliegio
ai piedi di un ciliegio
in alto maggio.
Stavi tra noi felice
volando dalla sala alla cucina,
ma al cinguettio festoso
che giù dall'orto
a te saliva
come allettante invito
"no" non potevi dire
e sei fuggito....
Dalla finestra
invano
la mia piccina ha pianto
e t'ha chiamato.
Sul davanzale ha posto il tuo piattino,
e a notte, ancor,
dal bianco suo lettino
ha rinnovato il mesto suo richiamo.
Addio, povero Pitti...
penso alla pioggia che cadrà tra breve,
allora piangerò
com'ora..... piango.°°°°°°°a questo linksi può vedere la storia di Pitti.
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Il mio babbo, rimase orfano di padre molto presto e il dolore per quella perdita non lo ha mai abbandonato...
TRISTE RICORDO
Oh, gli anni, gli anni
ad uno ad uno son trascorsi
e la nave del tempo
ormai s'è allontanata
da quella sponda
d'acerbo dolore.
e la nave del tempo
ormai s'è allontanata
da quella sponda
d'acerbo dolore.
Eppur
tutto è vicino:
sento alitar la morte
tra l'odore dei ceri
e vedo là:
sul marmo della stanza funeraria
greve di denso fumo e di calcina,
tra bianchi crisantemi,
una povera spoglia.
********
DOLORE
Grazie alla vita
per aeri insegnato
a sopportare e conoscere
il dolore.
Ben poco conoscevo
ora so molto.
So indovinare
la sofferenza altrui
so consolare
e questo è grazia
è dono
sublime.
Nulla avvicina
quanto indovinare
una pena nascosta...
Un mondo di grandezza
si rivela:
è nel dolor
l'essenza della vita.
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da "POESIE" del 1956
da "POESIE" del 1956
NON SEI MAI SOLO
Se solitario
avanzi il tuo cammino,
se disperato
cerchi indarno un volto,
guardati intorno
avanzi il tuo cammino,
se disperato
cerchi indarno un volto,
guardati intorno
ché non sei mai solo:
una nube che 'l vento
trascina, è tua compagna
e pur silente
piena il tuo gran vuoto;
una quercia stormente
può sussurrar parole,
un ruscello canzoni
e l'usignolo....
E quando proprio nulla
ti circonda,
ferma il tuo passo e medita:
vedrai, udrai
indi comprenderai
che non sei solo:
ovunque, è sempre Iddio.
INVESTIMENTO
Entro un cesta,
appena appena il muso
sporge da la coperta
che ricopre pietosa
lo strazio delle carni,
c'è tutto un palpitare
di vita che passa, di morte
ch'avanza, che viene.
Gli occhi...quegli occhi:
oh,come umani
lacriman dolore!
Oh, come umani
cercan pietà,
buone parole!
Oh, come umani
chiedono carezze!
Sì, certo, un cane,un povero randagioch'ovunque scacciatovagava, ognora stanco,con amica la fame...Vagava intimoritoper le molte percosse.Ed ora: tutti, buoni,hanno per lui parole,sguardi pietosi, e ciboche più non chiede.Poi, mentre appesantiti,si chiudon lenti gli occhi,forse velata e tremulauna cara piccinaa lui sorriderà,come quel giorno,in una via assolatad'un paese lontano...
*******
da "RICAMI" del 1956
E' QUESTA LA MIA TERRA ( dedicata all'Elba)
Se crosciare di mare,
se aroma di pino,
se bacio di sole,
invitano l'animo
se aroma di pino,
se bacio di sole,
invitano l'animo
all'ampio respiro
che disseta;
se azzurrità di cielo
filtra cascate di luce,
se un'infinita pace
mi sommerge,
io dico:
-E' questa la mia terra:
frammento di stella
caduto nel mare,
per farmi gioire
tra pure bellezze
tranquille.
******
BELLEZZA LACUSTRE
Nel placido lago
si capovolge il cielo
e 'l verdeggiane bosco.
Cigni vaganti
dal candido velo
nuotano snelli
donando fremiti
a si grato riscontro,
che zeffiretto accentua
in ridde di ricami
capricciosi.
Nel placido lago
si capovolge il cielo
e 'l verdeggiane bosco.
Cigni vaganti
dal candido velo
nuotano snelli
donando fremiti
a si grato riscontro,
che zeffiretto accentua
in ridde di ricami
capricciosi.
Gorgheggia un usignolo
sublimando la quiete
del tramonto;
e di traverso,
rimanda il sol cadente
rossastre fiamme.
Poi, che la sera scende,
l'ultima veste
calerà la lunastillando argento;e giù nel limoincastonate stelleavran riflessi gelidi,profondi, diamantini.
******
QUALCHE COSA DI PIU'
Il frutto è già dell'albero,
l'ambito dono,
e la freschezza
che per terra adagia,
è per lo stanco peregro,
in un meriggio estivo,
"qualche cosa di più...."
Il frutto è già dell'albero,
l'ambito dono,
e la freschezza
che per terra adagia,
è per lo stanco peregro,
in un meriggio estivo,
"qualche cosa di più...."
L'obolo al mendicante
è carità,
ed il sorriso,
che accompagna la mano
alla sua mano,
"è qualcosa di più..."
è carità,
ed il sorriso,
che accompagna la mano
alla sua mano,
"è qualcosa di più..."
********
"VECCHIE COSE"
Passa il tempo...
Spoglia l'autunno
le verdi arborescenze;
ogni fruscio è un lamento, un addio
d'affralite foglie morenti...
........................
......................
Incerte le mani,
nel defluir dell'ora,
da uno scrigno vetusto,
devotamente schiuso,
riportano il passato:
frammenti di tempo e di spazio,
squarci d'esistenza, ricordi....
e ricordi:
un'icone, e la prima comunione;un'annosa medaglietta con scritto:"Dio ti salvi", e la prima partenza;una rosa avvizzita, e una sera di maggio,un bacio;la prima lettera d'amore, e le prime gioie,le prime ansie;un sasso colorato, nel gioco,passato dall'una all'altra mano,e un fremito, un contatto.Una ciocca di capellitolti alla morte che tutto si presed'una persona cara, e il pianto....
......................
......................
Vecchie cose...
Vecchie cose che occhi,
indifferenti mireranno un giorno,
e mani, ignare, getteranno al vento....
e...non un fruscio, non un lamento.
**********L'INVOCAZIONE DEL CARCERATO
-sì, o Signore, ho mancato
e sconto la mia colpa,
ma perchè la Tua pena,
se Tu perdoni?...
-Sì, o Signore
Libera il cuore dal peso che l'opprime;
allora sarò felice di scontare
per ritornare mondo tra la gente.
Non è dell'uomo il castigo
che sgomenta l'anima mia:
-Io vivo ancora, anche se solo esisto;
odo, vedo;
pulsa il mio sangue...
E quando è primavera
ne giunge, anche qua dentro, una folata,
un soffio:
canto d'augelli,volo spezzato di rondini,spezzati giochi di sole, e fragranze.Non questa è pena, o Signore,non questa è pena che schianta...ch'è giusta.E' la Tua pena:è la voce che non mi lascia un attimo,un sol momento:è voce di preghiera, fatta di pianto:"...Vieni presto, babbino... vieni presto..."Lungo la via - era dolce - mi seguivail suo pregare...-Deh! Fa', o Signore,che non mi segua ancorain questa via di tempo...Ero per lei la vita, il sole...
-Sì, o Signore, ho mancato,
ma togli dal mio essere, ti prego,
almeno quand'è sera,
quel mesto suo richiamo....
************C'E' SEMPRE
C'è sempre,oltre la cinta del giardino,ove sognai bambino,il gioco azzurrodelle campanule:e soche se mi voltorepentino,un guizzo parteverde dalla pietrache baci chiede al sole..C'è sempreverso il mare,un digradardi rocciae sulla roccia,un salutard'agave...C'è sempreil grato odoreche per l'aria marinasparge il rossastro fiord'oleandro.....C'è sempre,nel mio cuore,come allora,una speranzache non può morire.....
( da "POESIE" di Santino Perez de Vera )
...ED ANCORA PAOLA
C'è quando mi prende acuta la nostalgia di mio padre e vado a rileggere le sue poesie, a cercare nei suoi versi la sua sensibilità, la sua immensa gioia nel contemplare la natura, il mare, la nostra isola... lo rivedo e lo ritrovo al punto che mi pare di averlo accanto; rileggendo la poesia soprastante, dal cuore sono sgorgati questi pochi versi
ANCORA
Dal cuore mio
s'innalza una preghiera:
fa che come allora,
se mai gli sia concesso di tornare
possa egli tutto ritrovare..
le campanule,
l'agave
il dolce profumo d'oleandro.
Possa il mare ancor
specchiarsi nei suoi occhi
mentre gli andrò incontro
cullandomi
in un abbraccio senza tempo
ai confini del cielo,
al di là della vita....
nell'eterno gioco
di campanule azzurre.
.... e con questa poesia chiudo la pagina di Santino Perez de Vera ma è solo una chiusura "di collante" per riprendere la seconda quindicina di maggio con le poesie ed i dipinti di PAOLA, L'AMATA FIGLIA, ....IN UN UNIONE INDISSOLUBILE DI EMOZIONI E DI AMORE..
a presto.....