Nel ricordare che Carla Castellani omaggerà qualcuno di Voi con il volume
"LA LINGUA CHE CI ACCADE"
nel quale ha collaborato inserendo alcune sue poesie
continuo la personale della poetessa con
ANCORA POESIE così definite :
POESIE ALL'ARIA APERTA
MARE D'INVERNO
Un volo alto si perde
e c'è silenzio di gabbiani nel mattino.
Lontano un immobile mare
si fonde e si confonde
in un immobile cielo.
Leggera l'onda lambendo la rena
sommerge impronte di passi
e d'umano passaggio
più traccia non resta.
Una sola grigia pennellata impasta
cielo
mare
spiaggia.
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L'opera scelta per illustrare questa poesia, è stata realizzata
ad acquerello, pennarelli e pastelli dall'artista Luigi del Greco
ed è risultata 1° classificata al Concorso di Arte indetto sul sito di Al-bo
avente come tema proprio il testo della poesia di Carla Castellani.
LA RAGNATELA
Sul melo del giardino
esili filamenti
tesi fra ramo e ramo
a tessere l'agguato
mille perle di brina
stamane han catturato.
In un merletto lieve
di fili di cristallo
la trappola mortale
s'è mutata.
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Per gentile concessione dell'autrice
l'immagine scelta per illustrare questa poesia, è intitolata
"Dormono prigionieri di un sogno" ed è stata realizzata dalla fotografa Nina Grioli
dipinto di Van Gogh
LA BARCA
Collana di luci danzanti
si specchia sull'acqua tranquilla
che culla con mano leggera
di madre amorosa e assonnata
lo scafo ormeggiato alla riva.
Gravida è l'aria salmastra
di un denso profumo di pece.
Sciaborda una piccola onda
fra la carena e la sponda
e la barca si dondola lieve
sognando ricami di schiuma
sulla sua coltre profonda.
dipinto di E.Groppi
L'ANGURIA
Intatta
fra i resti del banchetto
sola
una fetta d'anguria
bocca vorace al riso aperta
vermiglia ferita
che nel caldo meriggio
distilla
roseo succo zuccherino.
La polpa quasi sfatta
per estrema dolcezza
assediata è da un caparbio volo
di vespe e calabroni
che alla ridente bocca
alla ferita aperta
vanno a carpire
il dolce della morte.
immagine prelevata da Internet
SERA
Conosco
il respiro profondo del bosco
al calar della sera
quando immerso in liquida luce
d’un tratto sommerso è dall’ombra
che scura invade ogni anfratto
e d’un velo riveste ogni fronda.
Conosco
il languore del cielo
al calar della sera
quando il sole ratto scompare
e dietro le crode a lungo
rimane un bagliore
con toni di rosso e di viola.
Conosco
il fremito arcano che sfiora la valle
al calar della sera
retaggio di arcaici timori
e anch’io creatura di queste montagne
con l’ultimo squarcio di luce
trepida attendo
che la notte mi avvolga.
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Opera 1ª classificata
19° Concorso di Poesia inedita - V Sezione
Comune di Faenza
anno 2004