Mi sono trovata a scrivere del mio maestro A. BERETTA in occasione della stampa del calendario anno 2008 della mia parrocchia, IMBERSAGO
(la copertina del calendario- olio su tavola "La Parrocchia")
Sollecitate dalle figlie del maestro Beretta, Annamaria ed Elena, ho redatto un breve profilo del maestro Beretta, diventato anche il mio dal 1996 all'età di ben 85 anni.
ARNALDO BERETTA nasce a Brescia nel lontano 2 gennaio 1911 e, rimasto orfano all'età di soli 7 anni, viene ospitato in collegio.
Ed è qui che impara il disegno e ad amare l'arte che l'accompagna per tutta la sua vita, fino all'età di 95 anni (da non credere!)
La vita spesso ci obbliga a scegliere strade diverse da quelle che vorremmo ed anche il maestro Beretta si ritrova presto operario, per poi diventare tecnico-progettista negli anni difficili del dopoguerra.
Ed è in questi anni che nonostante le varie difficoltà del normale vivere, dipinge con tanta passione e dedizione.
La sua prima vera e stupenda opera risale al 1937 (vaso trasparente con ciliege)ed è in questi anni che, con amici pittori, si associa al gruppo G.A.R. di Milano. Partecipa a numerose mostre personale e collettive nel Nord-Italia.
Lavora quindi e dipinge per pura passione personale.
E il 1971.
Per sopraggiunti limiti di età, decide di porre fine alla sua attività lavorativa e di dedicarsi unicamente alla sua arte ed agli impegni familiari
(in questi anni subisce la perdita della cara moglie).
Per sopraggiunti limiti di età, decide di porre fine alla sua attività lavorativa e di dedicarsi unicamente alla sua arte ed agli impegni familiari
(in questi anni subisce la perdita della cara moglie).
Apre uno studio nella zona Navigli, in quella fantastica Milano di allora ed è così che trova il suo angolo di immersione totale nei colori, trova la sua dimensione di pittore. Gli apprezzamenti arrivano specialmente da parte di visitatori stranieri che in quel periodo frequentano la zona Navigli.
Nel 1995 a seguito di una visita ad amici residenti ad Imbersago, assieme alle figlie, resta piacevolmente colpito dal paese brianzolo e decide di trasferirsi.
Da Corsico si trasferisce ad Imbersago e diventa quindi per pure caso di vita un mio vicino di casa (siamo porta a porta).
Da Corsico si trasferisce ad Imbersago e diventa quindi per pure caso di vita un mio vicino di casa (siamo porta a porta).
Il maestro ha 84 anni e questa nuova dimensione di vita lo rigenera, ringiovanisce nel fisico, nell'energia, nell'entusiasmo. La passeggiate continue, ogni mattina sia d'estate che d'inverno, tra il verde della campagna e tra le sponde del fiume gli fanno scorgere colori ed emozioni nuovi e nei colori traspare questa sua rinascita; i verdi diventano più luminosi, gli azzurri delle acque sembrano osannare a cieli sempre più tersi.
La sua pittura dunque assume nuove luminosità e sfumature, cromie diverse, ma non dimentica il suo sentire arte, e quindi è normale vederlo immergersi in nuove tele.
E' dunque il 1996 quando diventa il mio maestro d'arte, la sua mano già trema ed il pennello diventa meno sicuro sulla tela, ma per lui ha poco importanza, si crea un super appoggio al cavalletto per il braccio ed appoggiandosi al supporto, lascia cadere il colore sulla tela con la naturalezza di sempre, un continuo ed interminabile modus operandi senza fine.
Mi trasmette il suo entusiasmo, mi confida parte della sua vita, manifesta alcune sue riflessioni, nei nostri appuntamenti del sabato pomeriggio...mi regala il mondo!
Per me è nuova vita. Ho ritrovato la mia arte, la voglia e la volontà di credere che c'è ancora la possibilità di potercela fare dopo tanti anni di pausa, dopo tanti sogni lasciati da tempo in un angolo.
A lui devo la mia rinascita dopo 25 venti anni di pausa.
A lui devo la mia rinascita dopo 25 venti anni di pausa.
Insieme percorriamo anni esaltanti, anni colmi di pittura, di scambi di opinioni, nonostante la nostra differenza età e fra le mura del suo studio il tempo vola. Mi piace giocare con lui e spesso mi ritrovo bimba, divento bonariamente dispettosa rubandogli il pennello, lo scuoto sul braccio facendogli cadere in modo sbagliato il colore, e lo scarabocchio lasciato sulla tela diventa una risata, un gioco simpatico e complice.
Non potrò mai dimenticare il suo consiglio:
"non devi dipingere ciò che vedi, ma dipingi ciò che senti ed alla fine ammira il tuo lavoro e senti la sua voce".
Penso che questo suo dire sia stata ed è l'impronta che per me ha lasciato un enorme impronta nella mia attuale pittura.
I suoi colori incominciano a diventare sporchi, perdono in luminosità, i tratti sono insicuri, troppo insicuri, il colore lascia gocce... ed il maestro si arrende!
I suoi colori incominciano a diventare sporchi, perdono in luminosità, i tratti sono insicuri, troppo insicuri, il colore lascia gocce... ed il maestro si arrende!
Si arrende al colore solo quattro anni fa, quando ormai i suoi occhi sono stanchi, sono annebbiati. La sua mano è ancora più tremante e tutto diventa flebile, insicuro, ma lui, il maestro, si arrende solo al coloro, dipinge ancora con la testa, con la mente lucidissima ripercorre la sua vita nei colori e da freddo, distaccato come è e come è sempre stato...nei sogni tribula ancora con i suoi colori, specialmente con i tremendi verdi.:
Oggi il maestro Beretta ha 99 anni compiuti il 2 gennaio scorso, è un piccolo-grande uomo di 45 kg., si è trasferito in un'altra via sempre ad Imbersago, non è più quindi mio vicino, ma è come se lo fosse. Vive con le figlie che lo accudiscono e lo coccolano.
Nel suo studio fra l'odore dei pigmenti, dei solventi, e tra le rimembranze nella visione di qualche sua tavola o di pennello lasciato, respiro la sua "aria" "il suo alone" di vicinanza.
La Sua voce è dentro di me e credo che ci resterà per sempre.
Nel suo studio fra l'odore dei pigmenti, dei solventi, e tra le rimembranze nella visione di qualche sua tavola o di pennello lasciato, respiro la sua "aria" "il suo alone" di vicinanza.
La Sua voce è dentro di me e credo che ci resterà per sempre.
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AL MAESTRO ARNALDO BERETTA CHE MI HA ILLUMINATA DELL'ARTE PULITA E DI AMORE, REGALO PARTE "DEL MIO CUORE"
Carla Colombo
9 gennaio 2010
Col maestro durante una mia personale del 1997