Questa nuova personale è senza dubbio completamente diversa da quelle postate fino ad ora, in primis per il contenuto che può più o meno piacere e si può più o meno essere d'accordo proprio per i temi affrontati, ed è diversa per il diverso taglio che voglio dare.
Incominicio col dire che è stato utilizzata una diversa impostazione, che mi ha vista impegnata con Marina a sviluppare anche un lavoro a quattro mani
Abbiamo pensato di accompagnare gli scritti del prof. SALOMONE, con alcune tavole spontanee ed immediate, fondendo il nostro pensiero sullo scritto proposto.
Sullo sfondo da me acquerellato su foglio bianco, Marina ha sviluppato un suo pensiero con i mezzi che le sono più congeniale e cioè un programmino speciale con il quale si accompagna per creare i suoi disegni.
Lavori semplici, ma secondo me molto efficaci e diretti.
Il risultato?
Lo vedrete man man che inserirò i vari scritti :
TUTTE LE OPERE LETTERARIE QUI POSTATE IN QUESTE PAGINE SONO DEL
PROF. ANTONINO SALOMONE /per gentil concessione della figlia Marina
Ho paura di Marina e Carla - settembre 2011 - acquerello + elaborazione digitale
Ho Paura
Ho paura, o mio Dio.
Ho paura degli atomi dei pazzi
ed anche di quelli dei savi
che non mi fanno più tanto pensare,
ho paura di morire
ma più ancora di vivere.
Ho tanta paura, o mio Dio,
ho paura d'essere solo
anche se tanti mi stanno dattorno;
ho paura di parlare
a chi sa,
a chi non sa e vuole ascoltare
le parole giuste e buone;
io non ho queste parole;
ho tanta paura, o mio Dio,
ho paura d'essere piccolo
e tanta, tanta paura
ch'altri mi stimi più grande.
Ho paura di chi non si fida,
ma più, certo, per chi mi presta
la sua fiducia intera;
ho paura delle mie parole.
Ho paura di tutto, o mio Dio:
del gelo che secca le piante
e del gelo di dentro al mio cuore;
ho paura di tutto, o mio Dio,
e non ho il Tuo santo timore.
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Il figliuol Prodigo di Marina e Carla - settembre 2011 - acquerello + elaborazione digitale
Il Figliuol Prodigo
Disse a suo padre un figlio:
– Dammi la parte che mi spetta,
lascia che vada per gli affari miei –
Si cercò suoi amici e sue donnine,
spese piuttosto presto i suoi denari;
si ritrovò per non morir di fame
servo d'un altro in mezzo ad un porcile.
Si sovvenne però che aveva un padre
e corse a lui; quel giorno
ci fu gran festa per quel suo ritorno.
Noi siamo andati via ormai da un pezzo
dalla casa del padre ch'è nei cieli;
ci siamo dimenticati pur la strada
e non abbiamo più voglia di tornare.
Del resto il padre è morto,
e se la casa non s'è disintegrata
potrà ospitare ogni fine settimana
chi si sarà stancato di campare.
Giuda
“Non si può servire due padroni”
disse Gesù; e Giuda scelse per tempo il suo;
dopo quel bacio
non seppe più che farne del denaro,
non seppe più che farne della vita.
Non siamo così ingenui noi moderni:
sappiamo come spendere il denaro,
sappiamo cosa farne della vita.
Quanto al servire, non è più di moda:
non abbiamo padroni, per fortuna.
E se baciamo qualcuno per la strada,
lo facciamo così, senza badare,
pronti a protestare
se un agente ci porta dal pretore.
Vi invito a seguire questa ennesima personale on-line, molto diversa rispetto alle precedenti,
che vedrà alla fine un pensiero utile ed interessante per tutti da parte della
dott.ssa Marina Salomone.
SI CONTINUA ...