Quella che Vi propongo questo primo mese del nuovo anno (2014) è un'arte secondo me molto particolare e colma di pathos che mi attrae molto proprio perchè reputo che pochi eletti possano cimentarsi in questa espressione artistica.
Non conosco personalmente il bravissimo artista che vado a proporVi, e che è arrivato su questo mio spazio tramite un amico comune, ma sono ben lieta ed onorata di ospitarlo e di cercare quindi di dare lustro alle sue stupende creature silenti che tanto raccontano nella loro "finta staticità".
Non conosco personalmente il bravissimo artista che vado a proporVi, e che è arrivato su questo mio spazio tramite un amico comune, ma sono ben lieta ed onorata di ospitarlo e di cercare quindi di dare lustro alle sue stupende creature silenti che tanto raccontano nella loro "finta staticità".
Vi presento il maestro scultore
LUCA IOVINE di Napoli
Volutamente non aggiungo nulla di più, rischierei solo di sporcare la completa e perfetta analisi che presto andrete a scorrere che decanta in modo superbo tutto, ma proprio tutto, di queste stupende opere e del suo autore.
CENNI BIOGRAFICI E CURRICULUM
Scultore per
vocazione, ama la materia e la manualità e collega le sue forme a materiali
quali l’ulivo, il noce, il paduk, la pietra lavica, il tufo e la creta.
La sua ricerca
creativa ha radici giovanili, ma è negli anni ’80 che riesce a raggiungere
quella maturità artistica tale da consentirgli di esporre le sue opere ad un
pubblico più ampio nonché di raccogliere consensi e riconoscimenti in un
crescendo di eventi che lo vedono coinvolto in tantissimi mostre :
1982 - Bacoli, Napoli, “Estate Bacolese”, collettiva Bagnoli,
Napoli, Italsider-Giffas, collettiva
1983 - Pozzuoli, Napoli, Terme Puteolane, collettiva Bagnoli, Napoli,
Italsider-Giffas, collettiva
1985 - Napoli, Chiesa dell’Immacolata, personale Sorrento,
Galleria “Il Sagittario”, personale
1987 - Rossano Calabro, Mostra Artigianato, personale Forio
d’Ischia, Napoli, Circolo Nautico, personale
1988 - Qualiano, Napoli, premio “Città di Qualiano”, collettiva
1990 - Napoli, Biblioteca Comunale R.Caccioppoli”, personale
Cava dei Tirreni, “Scultori giovani, giovani scultori”, collettiva
Barra, Napoli, esegue grande altorilievo murale in via B. Buozzi
Napoli, Castel dell’Ovo e Chiesa S.M.La
Nova , “Rassegna d’arte ANAT”
1991 - Napoli, Chiostro S.M: La Nova , “Rassegna d’arte ANAT”,
collettiva
Cercola-Napoli, “Rassegna d’arte Comune di Cercola”, collettiva
San Sebastiano al Vesuvio, Napoli, “Al bar con l’arte”, collettiva
Napoli, ex ospedale Pace, “Omaggio ad Eduardo”, collettiva
Ariano Irpino, “VI Rassegna Ceramica Campana”, collettiva
Barra, Napoli, “Una scultura per uno spazio verde”, collettiva
Napoli, Mostra d’Oltremare, collettiva
1992 - Roma, “Artaria”, Teatro
dell’Orologio, collettiva
Ercolano, Napoli, “Città del Monte, spedizione Vesuvio” grafica by fax
Tivoli,
“Present’ Art”, collettiva
Roma, Palazzo Colonna, “Sarajevo contro l’umanità”, collettiva
1993 - Napoli, Galleria Poiein,
“Eu-Bio-Sia”, collettiva
Roma, Casale Garibaldi, “Pasoliniana”, collettiva
Maratea, Palazzo Vitolo, “Pasoliniana: itinerari visivi Presenteisti”
Roma, “Contro-corrente: prospettive Presenteiste”, collettiva
L’Aquila, Galleria “Spazio Arte”, collettiva
1994 - Parma, Centro Culturale S.
Andrea, progetto “Zero”, collettiva
1995 - Orta di Atella, Caserta,
convegno “La scultura tra pubblico e privato”
1996 - Roma, Hotel Savoy, I Roma
Audio Show, “Stereo kit”
Montesarchio, Benevento, un altare per la
festa del “Corpus Domini”
1997 - Bologna, “Fiera
campionaria”, personale
Furore, Salerno, Palazzo Comunale, personale
2001 - Napoli, Orto Botanico, “III
Congresso Int. Di Etnobotanica”, personale
2004 - Bagnoli, Napoli, Città
della Scienza
2008 - Frosinone, Villa Comunale
“Il Casale”, personale
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RECENSIONE - PRESENTAZIONE
di
Antonio Magliulo
(critico e storico d'arte)
Due aspetti saltano subito agli occhi,
osservando la produzione di Luca Iovine:
l’anti-monumentalità, ovvero il superamento della retorica moderna, e la
ricerca di nuove modalità espressive, riscontrabili sia nelle opere d’impronta
figurativa che in quelle di tipo non figurativo.
L’artista, che predilige il legno e la
pietra, si colloca nell’era postmoderna, non tanto per motivi anagrafici,
quanto per la sua adesione ai codici
comunicativi tipici di questo periodo. Egli partecipa attivamente alla propria
epoca, cogliendone stonature e contraddizioni, ma anche positività, per
proiettarle poi, grazie alla notevole vena creativa, nelle proprie creazioni.
La prima tappa del suo itinerario compositivo
è la definizione del rapporto dell'opera con lo spazio circostante; le sue
sculture, specialmente quelle definite “aeree”, non invadono lo spazio fisico,
ma sembrano integrarsi con esso, come se ne facessero parte da sempre,
archetipi del dialettico e inesauribile rapporto dell’uomo con l’universo.
Indicative, in tal senso, le opere: “Rondini” ed “Astro”,
che testimoniano il bisogno di produrre arte per sentirsi in armonia col mondo
circostante.
Nelle opere lignee, Iovine tende a secondare
sia l’originaria forma del materiale che l’orientamento: molti suoi lavori conservano nodi, fessure,
sinuosità, depressioni, sporgenze e si elevano verso l’alto, rispondendo così
anche ad un’istanza totemica o panica, da non confondere con una forma di
religiosità, in quanto ciò che induce l’artista a modellare tronchi, ciocchi,
rami, valorizzandone spesso le caratteristiche, è semplicemente rispetto nei
confronti della natura, una realtà
dotata di straordinarie risorse.
C’è, nel suo repertorio, un’analogia con la
scultura brancusiana, ma è una circostanza casuale, del tutto involontaria,
giacché lo scultore partenopeo ha un mondo interiore tutto proprio ed una vasta
gamma di potenzialità per esprimerlo, dunque l’accostamento con l’artista
rumeno è soltanto esemplificativo ed aiuta a comprendere meglio la portata
della sua arte. Come Brancusi, Iovine porta alle estreme conseguenze il
processo di stilizzazione, sino a rasentare l’astrattismo, contribuendo così ad
accentuare la divaricazione esistente tra i paradigmi dell’arte romantica e le
tendenze della scultura contemporanea.
Egli prende sì le distanze dai canoni
tradizionali, ma non li ripudia, conosce la storia dell’arte e mostra notevole
padronanza dei processi formali: disegno, tecniche e strumenti per modellare la
materia.
In alcune opere, fra cui il “Guerriero” e “L’angelo”, emergono qualità che confermano la sua attenzione per
il passato. Nel primo dei due lavori citati è individuabile la foggia ellenica
dell’elmo, mentre nel secondo è evidente il profilo trecentesco delle ali,
contrassegnate da elegante levità.
Con “Madre
Natura”, l’artista palesa la propria conoscenza del legno e dei molteplici
spunti che esso può offrire. In quest’opera, materia e forma sono compenetrate
a tal punto, che è quasi impossibile tracciare una linea di demarcazione tra
forma naturale e lavoro dell’artista; la figura che emerge infine dal ceppo è
un’opera di elevata fattura, in cui è apprezzabile l’armonia dell’insieme e
l’abile “panneggio”, ricavato dalle pliche naturali del legno.
Questa capacità di secondare la forma della
materia grezza è riscontrabile anche in altre sculture, fra cui: “Madre”, dotata di sporgenze e cavità
naturali, sicché l’opera ultimata risulta provvista di un grembo profondo,
avvolgente, atto a proteggere la creatura che la genitrice tiene avvinta a sé.
L’opera potrebbe catalogarsi nel “filone primitivista”, a cui l’artista non è
estraneo.
Anche
in altri lavori (qui non presenti) egli mostra attenzione per soggetti
caratterizzati da una certa purezza primordiale, soggetti che sembrano fare da
contrappunto ai modelli delle società più evolute.
Si è visto che la sua produzione lignea è
suddivisibile in due macro-gruppi: le sculture di tipo figurativo e quelle di
tipo non figurativo. A questa seconda categoria, appartengono opere come “Sarajevo”; “Toccata
e fuga”, “Tau”,“Per Pasolini”, etc
Quest’ultima potrebbe considerarsi
l’espressione più compiuta del genere, non solo perché sconfina nell’arte
concettuale, ma perché propone una visione del grande artista scomparso che non
è soltanto ontologica, ma viva, carnale e anche un po’ corrosiva.
Se la osserviamo attentamente, notiamo che è
costituita da un ampio e sottile arco di legno che rappresenta una sagoma
umana; nella parte superiore l’arco s’ispessisce, come a formare il capo;
quest’ultimo è attraversato da elementi aghiformi, simboleggianti dei flussi o vettori
energetici provenienti dall’etere, che nell’attraversare il cerebro, lasciano
delle leggere tracce di sangue, a foggia di saette; sono le idee e le
ispirazioni, spesso travagliate, che stimolarono la produzione del grande
artista emiliano.
Le estremità superiori di detti “aghi” sono
marcate con un colore azzurro che rappresenta l’originaria purezza delle idee;
quelle inferiori, poste all’interno della sagoma, sono tinte di rosso, giallo e
azzurro e rappresentano dei segni d’interpunzione, che simboleggiano la
scrittura e, più in generale, le creazioni dell’artista emiliano, che fu poeta
e regista cinematografico.
Le basi della sagoma citata somigliano ai
piedi, ma hanno una forma distorta, “tormentata”, a denotare le difficoltà che
Pasolini incontrò nel muoversi ed operare in un mondo ostile e refrattario alle
“provocazioni”.
Nel repertorio di Iovine troviamo opere
“transizionali”, che rappresentano cioè il passaggio fra quelle figurative e
quelle non figurative.
Oltre alle citate “Rondini” ed “Astro”,
filiformi e dotate di notevole leggerezza, notiamo:“Taurus”;
“Arca
Araguaiana” ; “Prigionieri
d’amore”, “Orgia Antiqua”, “Nodulo” etc. che, pur conservando
elementi di riconoscibilità, presentano degli attributi informali e pertanto
invitano ad una decrittazione che le renda fruibili.
In “Taurus”,
ad esempio, la figura è ridotta all’essenziale, ovvero: corna e spina dorsale,
in un processo di scarnificazione, che tende ad una rappresentazione
essenziale, minimalista, che però nulla toglie all’idea di un animale divenuto,
nella coscienza collettiva, simbolo di straordinario vigore e persino di
culto.
“Orgìa antiqua”, che riprende il nome di una nota farfalla, sembrerebbe la più iconica fra le
sculture citate, eppure è pregna di meta-significati, giacché rappresenta la
simbiosi fra donna e natura, espressa per altro in modo fantasioso ed
originale.
Un
doveroso cenno va fatto a:“Nodulo”,
un’opera di esemplare fattura, che allude al male femminile, quello fisico e
spirituale, ed è caratterizzata da un certo polimorfismo sagomatico, che sta ad
indicare appunto i diversi stadi e i differenti aspetti della sofferenza.
Le opere sopra citate, assieme ad altre
costituite da elementi assemblati fra loro: “Percorso
iniziatico”; “Toccata e fuga”, “Ustica”, ect. potrebbero definirsi installazioni e rientrare pertanto in
quel percorso di rinnovamento dell’arte scultorea, che non consiste più
soltanto nel mettere, levare, levigare, lucidare, etc, ma nel dar vita a
strutture o configurazioni tridimensionali, composte talvolta da materiali anche
eterogenei fra loro: legno, vetro, metallo, etc.
Iovine si è dedicato pure al modellamento
della pietra, materia con cui ha saputo creare numerose sculture, nelle quali
frequente è il tema del mito e della leggenda.
Da tali manufatti, realizzati con la tecnica
del bassorilievo e miniati con ammirevole precisione, emerge il tenace legame
esistente fra l’artista ed i Campi Flegrei, terra di luci, ombre, cultura, arte
e vestigia di antiche civiltà, che la rendono unica al mondo.
L’artista campano ha ritratto nelle dure
selci diversi personaggi epici: Enea,
Turno, Tritone, Miseno, etc
Nel bassorilievo intitolato “Gladiatori”, realizzato su marna, è
evidente l’abile gioco plastico e l’attenta anatomia delle figure, qualità che
rivelano la perfetta assimilazione del magistero michelangiolesco.
Da ricordare pure “Crocifissione di Pietro” “Madonna” e “Amplesso”; etc. opere
d’impronta varia.
La produzione di Iovine va ben al di là
del repertorio qui pubblicato e comprende creazioni anche a carattere ironico,
tendenza presente negli animi più aperti e attenti a cogliere gli aspetti
bizzarri o contraddittori della realtà circostante.
Ciò
rivela la versatilità dell’artista e il notevole acume dell’uomo, un uomo
retto, riservato e schivo, al quale il tempo renderà il giusto merito.
ALCUNE SCULTURE ESEGUITE
IN PIETRA, LEGNO E MATERIALI VARI
e poi desidero postare altre tre immagini , che ho scelto personalmente poichè mi hanno molto incuriosita
Eseguito con pietra ARDESIA con incisione di colore acrilico su fronte e retro
Eseguito con pietra calcare di Numana con incisione di colore acrilico
A Voi ogni considerazione .....
Come fin qui avete gentilmente offerto il Vostro contributo, sono sicura che anche per questo bravissimo artista riserverete un plauso ed apprezzamento.
Grazie a tutti ed un lietissimo anno 2014
Ricevo da Luca IOVINE :
Gentile Sig.ra Carla,
con la presente voglio augurarle un radioso e sereno nuovo anno, e soprattutto ringraziarla di cuore per avermi ospitato sul suo blog artistico. Credo che alla sua iniziativa vada riconosciuto non solo un grande valore e merito artistico ma anche sociale dal momento che offre visibilità ad artisti poco conosciuti.
Colgo l'occasione per ringraziare anche il caro amico Antonio che è riuscito a descrivere egregiamente la mia opera artistica e a coglierne il significato.
Rinnovando ad entrambi i miei ringraziamenti vi invio i miei più cari saluti.
Luca Iovine