E' MANCATO IL NOSTRO AMICO DOTT. VINCENZO PETRACCA. PERSONA SQUISITA E CORRETTA LO RICORDO CON MOLTO AFFETTO.
QUESTA PERSONALE ON-LINE A LUI DEDICATA RESTERA' UN MIO RICORDO PER LUI E LA SUA ARTE. CIAO VINCENZO OVUNQUE TU SIA.
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Di mese in mese questa mia galleria si sta riempiendo di persone che amano esprimersi con le varie tecniche artistiche ed in questi anni se ne sono susseguiti davvero tanti.
Questo mese di dicembre, dopo il medico dr. Romeo Aracri con le sue apprezzate poesie, per pura combinazione Vi vado a presentare la pittura (e non solo) di un altro medico, chirurgo questa volta, che mi ha interpellata qualche mese fa per avere la disponibilità della galleria.
Il medico chirurgo che presto andrò a presentarVi è il dott. Vincenzo Petracca di L'Aquila che, nei ritagli di tempoalla Sua impegnativa professione, manifesta il Suo grande amore per l'arte in generale.
VINCENZO PETRACCA
E LA SUA NATURA DIPINTA
E LA SUA NATURA DIPINTA
Guardare le opere di Vincenzo
Petracca è come aprire una finestra e ritrovarsi per incanto in spazi aperti
dove si ha la sensazione di respirare “aria” …. di quella pulita, di quella
fresca aria che al mattino ti sfiora le gote, ti penetra nelle narici e ti
regala attimi di "respiro".
Nelle sue opere infatti si percepisce da subito il grande
amore per la natura, in particolare la natura della Sua terra, con il suo mare
ed il suo Gran Sasso che rappresenta in tele che sanno
appunto di giornate all’aperto, di passeggiate lungo la spiaggia, e lo fa attraverso una tecnica lineare ed autodidatta nella quale si assapora il suo tanto amore per l’arte in genere.
E se Vincenzo Petracca dipinge soprattutto la natura, non può certamente esimersi dal dipingere il
soggetto più rappresentato dai tanti artisti; il mare, il suo mare d’Abruzzo.
Petracca lo fa concentrando la Sua attenzione alla cromia, che senza dubbio non è studiata, ma diventa spontanea nei
colori freddi per mari cupi e tempestosi, o caldi ed avvolgenti per mari rilassanti.
Forse la meta sognata dopo una giornata intensa di lavoro dove l’attenzione non deve mancare (vista la professione) per le persone che possano aver necessità di un pronto intervento sicuro ed immediato.
In alcune tele è palpabile la serenità, mentre in
altre l’animo manifesta inquietudine e disagi. Ecco che allora
prevalgono i toni freddi (i grigi nella varie tonalità) in una miscellanea che
increspa il mare e lo fa diventare agitato con onde appena accennate ma che
manifestano l’arrivo della tempesta.
Vincenzo Petracca con la sua pittura esprime lo stato d’animo
di tutti noi durante il quotidiano. Si avvolge nelle campagne dorate dove il
frumento diventa oro per gli occhi e ricco per un raccolto
tanto agognato, le campagne ai piedi del suo monte sono avvolgenti proprio come quando si
giocava a nascondino cercando di mimetizzarci
nell’erba non ancora tagliata dal contadino, i canneti che lasciano intravedere
il mare, custode di segreti e di sogni..sogni di speranza e di fiducia nel
futuro.
Trovo che la sua espressione pittorica sia molto spontanea e lasciata
all'improvvisazione.
E’ povera di orpelli che renderebbe il tutto “barocco” e la pennellata
veloce diventa evocativa di un passato o di un futuro o semplicemente dell’attimo
presente.
Siamo quindi di fronte ad un pittura che si colloca nella famosa corrente
dell’impressionismo, che tanto ha dato all’arte contemporanea.
Le foto che ho avuto modo di vedere purtroppo non sono “a fuoco” e forse si perde la lucentezza del colore, ma già da come ci si
approccia, l’occhio coglie l’ esplosione di voler
raccontare con una pennellata veloce e incisiva la voglia di esprimere “pure io ci sono” in questo mondo artistico ricco di tutto (di
bellezza e di spontaneità d’animo, ma anche di brutture e artifici strani ed interessati) …ma quando la
pittura e l’arte in genere è passione, dedizione, amore allora lo si può affermare in tutta tranquillità, anche se il cammino è in salita, il sentiero irto è lungo e spesso non si vede neppure il punto di arrivo.
Carla Colombo
22 novembre 2015
Sono medico chirurgo presso l'ospedale de L'AQUILA e specialista in
agopuntura cinese.
Cresciuto con il "sano vizio" della pittura e
dell'interesse per la storia dell'arte in genere e fin da bambino e
periodicamente, nel corso degli anni, mi cimentavo con matita e pastelli,
quindi con carboncini e acquarelli ecc., approdando alla tecnica con olio su
tela solo da qualche anno.
Ho pubblicato due romanzi :
"Tante storie" e "La montagna caduta", vincitori entrambi presso il Premio Histonium a Vasto.
TANTE STORIE
(copertina di Vincenzo Petracca)
E' un resoconto dal sapore di vita vissuta, in
cui i contenuti e le trame delle tante storie raccolte dal protagonista e delle
situazioni narrative fanno riflettere il lettore sui temi esistenziali legati
al disagio.
Edito da Tracce di Pescara nel 2006.
LA MONTAGNA CADUTA
(copertina di Vincenzo Petracca)
Nella "Montagna
caduta"il vero protagonista è Pedone Nicola, fante Ardito sulla scena
delle trincee durante la Grande Guerra.
Ho voluto estrarre dalla nicchia del
suo riservo quello che il nonno Nicola teneva a tutti nascosto, forse per
gelosia o timidezza o pudore, oppure semplicemente per non dover riportare alla
luce quello che tuttavia non aveva mai rimosso completamente.
Non avendo mai
manifestato ad altri l'esistenza di tali suoi scritti, fedelmente vengono
riportati su queste pagine." L'EPISODIO CARDINE di tutto lo svolgimento
del diario è un fatto realmente accaduto, quando nel mese di Maggio del 1917,
sotto il monte Zebbio in Trentino ambedue gli eserciti, italiano e
austriaco scavarono un galleria riponendovi i propri esplosivi, gli Italiani
per fare saltare la galleria stessa per poi muovere all'attacco alla conquista
del monte stesso. Gli Austriaci seppero per via di spie e prigionieri italiani
delle mine italiane per cui si ritirarono repentinamente dalla cresta del monte
dove si trovavano e diedero fuoco ai loro esplosivi, a loro volta.
"Quello
fu un inferno ... una montagna intera era scoppiata, caduta!"
Il romanzo
edito nel 2009 sempre da Tracce. ... proprio l'anno del terremoto.
Prima di passare alla presentazione di alcune opere pittoriche, mi piace condividere con Voi questo breve scritto che
Vincenzo mi ha mandato, giusto per porre in noi qualche riflessione in più
" ......Io sono chirurgo e lavoro in chirurgia di pronto soccorso e puoi immaginare cosa abbiamo vissuto in quella fatidica notte del terremoto. Su nove sale operatorie, erano rimaste solo due funzionanti, il Pronto Soccorso era diventato un androne unico immenso sanguinante e polveroso, e già dalle 4.00 del mattino, e il terremoto c'è stato alle 3.32, si doveva operare fuori all'aperto nel piazzale antistante.
I feriti venivano scaricati a terra dalle innumerevoli ambulanze che venivano anche da regioni confinanti, Lazio, Umbria e Marche, e direttamente a terra le loro ferite suturate.
Sembrava una catena di montaggio.
Chirurgia di guerra e traumi da schiacciamento, tanto per dare una idea. Ma è proprio in queste situazioni che emerge il bello dell'uomo: l'organizzazione è stata veloce e perfetta, il rigore professionale da parte di tutti è stato impeccabile e soprattutto il lato umano è quello che emerge. Di questa storia ne ho tratto uno scritto, "La signora ferita", L'Aquila naturalmente, che mi piacerebbe farti leggere.
Per ora ti saluto caramente, Vincenzo"
Vi presento ora una carrellata di opere eseguite con la tecnica - olio su tela
(purtroppo le immagini sono un po' sfocate e perdono in luminosità)
Rappresentano tutte (o quasi) paesaggi naturali D'ABRUZZO, dal mare ai monti
A TEMA MARE
(purtroppo le immagini sono un po' sfocate e perdono in luminosità)
Rappresentano tutte (o quasi) paesaggi naturali D'ABRUZZO, dal mare ai monti
A TEMA MARE
A TEMA CAMPAGNA, MONTI :
SOGGETTI VARI :