Questa personale sarà un susseguirsi di scritti, definiti a suo tempo dal prof. Salomone "proverbi".
A Voi qualsiasi riflessione che penso possa essere alquanto soggettiva.
Io proseguo in " PUNTA DI PIEDI " ed in questo caso, ancora di più.
Immagini : sfondo acquerellato di Carla C. su foglio bianco, Marina S. ha sviluppato il suo pensiero con i mezzi che le sono più congeniale e cioè un programmino speciale con il quale si accompagna per creare i suoi disegni.
TUTTE LE OPERE LETTERARIE QUI POSTATE IN QUESTE PAGINE SONO DEL
PROF. ANTONINO SALOMONE /per gentil concessione della figlia Marina
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Salomè di Marina e Carla - acquerello+elaborazione digitale - settembre 2011
Salomè
La fanciulla danzò tutta la sera
per certi convitati del suo re.
Ebbe sorrisi e lodi
e chiese in premio
solo una testa dentro ad un catino.
Ed Erodiade disse
che finiva così quella sconcezza
d'uno straccione troppo linguacciuto.
L'esempio fu certo assai efficace,
almeno pei nostri tempi più civili.
Chi si permette più – la testa a parte –
di brontolare per Liz o Marilina,
se stanche come sono d'un marito
se ne cercano un altro più leggero?
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Salvaci Signore di Marina e Carla - acquerello+elaborazione digitale - settembre 2011
Poi venne il vento
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Narciso di Marina e Carla - acquerello+elaborazione digitale - settembre 2011
Salvaci - Signore - Periamo
La notte era serena
e il mare buono:
un discepolo badava ai remi,
un altro si curava del timone;
il Signore era in mezzo che dormiva.
Poi venne il vento
e l'onda a mano a mano
s'increspò, si gonfiò, divenne brutta:
grande era il timore nella barca
e il Signore era là, ma che dormiva.
La barca si piegò sempre da lato
e i passeggeri li ghermiva il mare:
allora forse più che la speranza
era non so che specie di terrore,
ma vegliava su essi ora il Signore.
Il vento ormai non fa più paura
e se il Signore dorme, stia tranquillo:
vegliano sempre pronti i marconisti;
e se la barca fa acqua e cola a picco,
rimane ancora una consolazione:
c'è chi riscuote l'assicurazione.
Narciso
La fonte era pura, molto chiara:
il giovinetto, ch'era corso a bere,
si specchiò nelle linfe,
s'innamorò di sé in un baleno.
Caduto nell'acqua vi rimase;
agli uomini rimase invece
un candido fiore profumato.
Quando un amico racconta le sue pene,
oppure, compiaciuto,
ci partecipa certe sue avventure,
fingiamo d'ascoltarlo
con somma attenzione;
ma attendiamo la fine del discorso
per cominciare il nostro.
Quando gli affari nostri vanno bene,
spesso con un poco di fortuna,
o col favore d'un santo
o di un santone,
siamo visibilmente soddisfatti,
e raccontiamo a tutti
del nostro genio e della vista giusta.
Gli altri sono poco intelligenti,
ma molto fortunati;
quando non è l'imbroglio
che li sostiene a galla.
ANCORA...
fotografando le immagini, ci sono alcune imperfezioni per via dei vari passaggi di lavorazione.
Vi invito a seguire questa ennesima personale on-line, molto diversa rispetto alle precedenti,
che vedrà alla fine un pensiero utile ed interessante per tutti da parte della
dott.ssa Marina Salomone.